Alexander Layer «Fenrir» (2019)

Alexander Layer «Fenrir» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
27.09.2019

 

Visualizzazioni:
1342

 

Band:
Alexander Layer
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Titolo:
Fenrir

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro De Fusco :: Guitar
Francesco Coia :: Bass
Michele Milano :: Drums
Francesco Cipullo :: Keyboards
Simona Guerrini :: Vocals

 

Genere:
Power Progressive

 

Durata:
39' 17"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2019

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Alexander Layer arriva al suo (presumo) primo album, e consiste in quasi 40 minuti di musica che consiste perlopiù in un metal strumentale dalle tinte power e symphonic, e che si rivela essere un buon esercizio di stile, ma che fa fatica ad andare oltre.
“Fenrir” infatti è un disco dalle nobili intenzioni, che colpisce bene nei temi musicali portanti di ogni brano, specialmente nei primi brani, dove si può sentire una certa maestosità e anche un po’ di barocco in “The heart...”, o la componente più symphonic del terzo brano, o quella più strappacuore e melodica del quarto, dove la chitarra solista finora sovrana si alterna con un break per tastiera, dando respiro ai brani. Questo è un altro punto positivo: il nostro Alexander poteva strafare e infarcire il disco di solo lui sulle scene, ma fortunatamente tutti gli strumenti hanno il loro giusto spazio sia come volume che come idee musicali, il tutto per un disco finora ben fatto, curato nei dettagli e dignitoso a livello comunicativo. Sfortunatamente però, da qui in poi spuntano delle magagne che rendono “Fenrir” meno riuscito, e che consistono nei brani che sfumano un po’ troppo spesso quando sono ancora in pieno svolgimento come i primi, o una ottava canzone che sinceramente sembra incompleta, passando per l’ultima che mi sembra mostrare una band un po’ a corto di idee, finendo per la incomprensibile “Unknown lands”, che finisce per cambiare tutte le carte in tavola, buttandosi più su un symphonic metal estremizzato ma non molto originale, e cantato in un growl abbastanza fuori contesto, contando anche che questo è l’unico brano cantato dell’album. Ok la sperimentazione, ma questo episodio davvero va a sbattere troppo col resto del disco.
Questi difetti rendono “Fenrir” di A. Layer un disco dalle continue luci ed ombre, dove la band sfoggia delle buone idee, ma fatica a tenerle su e a svilupparle senza suonare un po’ scarna, mentre altrove servirebbe una maggior variazione dei generi musicali. Così com’è, “Fenrir” è un disco carino e interessante come curriculum del compositore e della band, ma all’atto pratico pur se non male lascia anche un po’ il tempo che trova, visto che in quest’ambito musicale la perfezione formale è tutto. Il voto finale rispecchia un disco oggettivamente buono, ma si tenga a mente che comunque il bacino d’utenza per questa band è per forza di cose molto ristretto.

Track by Track
  1. Pabegynne - Intro S.V.
  2. The Heart of Angrboda 70
  3. Last of three children 70
  4. Chaining 70
  5. Gleipnir 65
  6. Hand of Tyr 70
  7. Unknown lands 60
  8. Van 65
  9. Ragnarok 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 27.09.2019. Articolo letto 1342 volte.

 

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